La classifica completa di tutti i Final Fantasy – IN AGGIORNAMENTO
- Posizioni 65-59
- Posizioni 58-51
- Posizioni 50-41
- Posizioni 40-31
- Posizioni 30-21
- Posizioni 20-11
- Posizioni 10-1
Prima di entrare nel vivo, qualche parola sul metodo.
Quando si parla di classifiche, lo so, si finisce sempre per sollevare opinioni contrastanti. E va benissimo così: il confronto è parte del divertimento. Proprio per questo, mi sembrava giusto offrire una chiave di lettura chiara, spiegando i criteri e le regole che mi sono dato, così da fornire un contesto preciso a ogni scelta fatta.
Perché fare una classifica di tutti i Final Fantasy?
Nel 2023 pubblicai su Gamesource la mia top 99 dei JRPG, e fu un successo che non mi aspettai. Un articolo che ancora oggi macina visite, si posiziona in cima alle ricerche di Google ed è tra i contenuti più letti del sito.
Dopo quella classifica, in tanti mi chiesero se sarebbe mai arrivata una classifica simile dedicata ai Final Fantasy. All’inizio ho sempre risposto di no: troppi giochi diversi tra loro, specialmente se si considerano gli spin-off. Avrei potuto limitarmi ai capitoli principali, ma per me sarebbe stato troppo banale.
Poi però ci ho ripensato. Ho iniziato a vedere questa classifica per quello che doveva essere davvero: un gioco. E allora ho deciso di giocare e divertirmi.
Sono soddisfatto della classifica?
Direi di sì. C’è sempre qualche posizione che non mi convince appieno, ma considerando che l’ho costruita più con il cuore che con il raziocinio, direi che va benissimo così.
Quali regole mi sono dato?
Poche regole, ma essenziali. Ho incluso soltanto i titoli pubblicati in Occidente che riportano il nome Final Fantasy nel titolo. Di conseguenza, sono esclusi spin-off come Chocobo Racing e i giochi mobile mai localizzati al di fuori del Giappone.
Ho escluso i remake (ad eccezione di FFVII Remake per ovvi motivi), remaster e i porting per specifiche console, poiché avrebbero solo appesantito inutilmente l’elenco con riproposizioni ridondanti.
Tutti i giochi inclusi devono essere stati portati a termine. Per quanto riguarda i giochi mobile, ho portato a termine almeno la trama della prima stagione (quando presente). Nel caso dei giochi online, ho concluso l’intera trama principale.
Cosa ha influenzato le mie scelte?
Un mix di fattori, tutti ugualmente importanti.
L’esperienza personale, prima di tutto: certe emozioni, vissute magari da adolescente, restano incise più di qualsiasi giudizio tecnico. Il gusto personale, ovviamente, che a volte mi porta a preferire titoli meno acclamati a quelli universalmente celebrati, e viceversa. Ma anche l’impatto storico: ci sono giochi che, al di là del mio gradimento, hanno segnato la serie, e questo non può essere ignorato.
Infine, ho cercato di valutare anche come ogni titolo è invecchiato, nel bene e nel male. Alcuni sono ancora splendidi da giocare oggi, altri fanno più fatica a tenere botta.
Non sei d’accordo con la mia classifica? Meglio così.
Se c’è una cosa che adoro, è parlare di videogiochi con altri appassionati. Questa classifica non ha nessuna pretesa, se non quella di raccontarvi il mio punto di vista, maturato dopo anni di passione e riflessione.
Se volete commentarla, discuterla o anche solo dirmi che ho sbagliato tutto, scrivetemi. Che sia sui social, via mail o di persona, sarò felicissimo di confrontarmi. E se vi va di condividerla o reagire nei vostri spazi (YouTube, TikTok, Instagram…), fatemelo sapere: mi farebbe piacere ascoltarvi e rispondervi.
COMINCIAMO!
POSIZIONE 65: Final Fantasy XV: A New Empire (CHIUSO) – iOS/Android
Non spenderò troppe parole su sta robaccia. Un classico gioco gestionale mobile cinese con la skin di Final Fantay XV. Incommentabile. Ah, se me lo state chiedendo: si, questo rompe la regola dei giochi mobile. Non sono durato 30 minuti. Questa roba è inaccettabile su così tanti fronti che davvero faccio fatica a capire a come si è arrivati a questo. I giochi brutti ok, ma questo no.
POSIZIONE 64: Final Fantasy XV: War for Eos (CHIUSO) – iOS/Android
Uguale a quello prima, ma almeno qua ci hanno messo i combattimenti. La sensazione di schifo però è la medesima. Qui forse sono durato un’ora. Si lo so, è già la seconda volta che rompo le regole, ma sono certo della vostra comprensione. Mi scuso. Prometto e garantisco che da ora in poi si ritorna sulla retta via autoimpostami.
POSIZIONE 63: Final Fantasy: All the Bravest – iOS/Android
Non saprei neanche se definirlo gioco, visto che alla fine ci si limitava a “tappare” sullo schermo di livello in livello e basta. Carina tutta la parte enciclopedica che permetteva di dare uno sguardo anche a nemici storici della serie post FFVI in versione Pixel Art. In ogni caso, dimenticabile.
POSIZIONE 62: Final Fantasy VII: The First Soldier (CHIUSO) – iOS/Android/PC
Svariati anni fa, quando i battle royale erano diventati fenomeni di massa e avevano da poco raggiunto anche il mercato giapponese, proposi a Naoki Yoshida, durante una nostra intervista, l’idea di un battle royale ambientato all’interno di Final Fantasy XIV. Lui mi rispose che aveva già in mente un battle royale tutto suo, ma non legato all’universo di Final Fantasy. Quel progetto però non vide mai la luce, anche perché, oltre a FFXIV, Yoshida venne assorbito dalla produzione di Final Fantasy XVI.
In compenso, qualcuno per certi versi raccolse quella mia idea e diede vita a The First Soldier, un battle royale ambientato nell’universo di Final Fantasy VII. Non era esattamente quello che avevo immaginato, e considerando che ha chiuso i battenti dopo meno di un anno, direi che la delusione fu piuttosto diffusa. Eppure, io un battle royale (genere che, specifico, non mi piace) a tema Final Fantasy continuo a vedercelo e alcune cose di The First Soldier non le avrei bocciate in toto. Il problema è che mancava una visione chiara del progetto e la sua natura mobile, sebbene fosse giocabile anche su PC, lo limitava pesantemente. La sua fine era inevitabile, ma spero almeno che sia servita da lezione.
POSIZIONE 61: Final Fantasy Legend – Game Boy/Switch
Per chi conosco le storia della trilogia dei Legend, sa che in realtà questi in Giappone non sono dei Final Fantasy, ma sono gli esorti della SaGa. Nello specifico i Legend in terra natale sono chiamati Makai Toushi SaGa. Non è una serie che particolarmente amo (salvo un paio di eccezioni) e il motivo per cui li ho giocati e finiti è solo perchè in occidente sono arrivati con l’etichetta di FF. Sarò pure sincero: talmente non amo questa trilogia, che per portarla a termine il più velocemente possibile ho usato un emulatore con dei cheat attivati. Non ne vado fiero, ma mi dava fastidio l’idea di non aver completato dei Final Fantasy. Il primo in particolare è quello che meno tollero, per via di un sistema troppo libero sia nella personalizzazione e progressione dei personaggi che nell’esplorazione. Oltre al fatto che narrativamente poi è sicuramente il più debole della trilogia
POSIZIONE 60: Final Fantasy Legend II – Game Boy/Switch
Fa sicuramente meglio del primo, con una narrazione più articolata, delle ambientazioni più varie, ma permane il problema dei personaggi senza personalità e di un sistema di progressione che a confronto quella di Final Fantasy II è un’opera d’arte. Pur essendo più raffinato e meno caotico del predecessore, resta comunque poco intuitivo e talvolta frustrante.
POSIZIONE 59: Final Fantasy Legend III – Game Boy/Switch
Il capitolo che più si avvicina a un Final Fantasy classico, con finalmente personaggi che parlano, un’avventura più intrigante, un sistema di combattimento più in linea ai miei gusti e un sistema di progressione semplice, ma efficace: siano lodati i punti esperienza. Per quanto sia stato dei tre quello più scorrevole, rimane quel peso di un’esperienza che proprio non ho gradito e che non mi ha lasciato nulla. Non gliene faccio una colpa e non mi sento di sottolineare chissà quali criticità, probabilmente contestualizzando l’epoca e la console di riferimento erano anche dei jrpg di tutto rispetto.
POSIZIONE 58: – Chocobo Tales: Final Fantasy Fables – DS
Lo ricordo con affetto perché, in periodo Covid, avevo iniziato a frequentare quella che sarebbe diventata mia moglie e, per non farla annoiare quando lei tornava a casa, le prestai il DS e questo gioco, perché era uno dei pochi titoli con la lingua in spagnolo (lei è dell’Ecuador). Alla fine è un’avventura composta da tanti minigiochi, dove la trama è un pretesto e il resto è tutto citazionismo nei confronti di tutti gli elementi più iconici di Final Fantasy. Si tratta di un gioco pensato, ovviamente, per un pubblico più giovane e spensierato, dove l’essenza di Final Fantasy, paradossalmente, è tanto centrale quanto inutile. Al posto di Chocobo poteva esserci qualsiasi altro protagonista puccioso e il gioco avrebbe funzionato lo stesso.
POSIZIONE 57: Monster of the Deep: Final Fantasy XV – PS4 (VR)
Sono stato un early adopter del visore VR per PlayStation 4, eppure l’ho sfruttato pochissimo. Nonostante ne avessi riconosciuto le potenzialità, l’unico gioco con cui sono entrato in sintonia con questa tecnologia è stato Resident Evil 7. Monster of the Deep non è stato certamente quello che mi aspettavo e volevo da un’esperienza Final Fantasy in VR, specie basato sul quindicesimo capitolo. Tra le altre cose, se c’è un minigioco che ho proprio imparato a odiare nel corso della mia vita da videogiocatore è la pesca. A poco è servito aver introdotto anche la componente di combattimento, per giunta con una balestra, l’arma con meno appeal in assoluto per il sottoscritto. Per me è stata un’occasione sprecata, soprattutto considerato che nel concept originale del gioco doveva essere tutt’altro (vi ricordate la demo contro il Behemoth?).
POSIZIONE 56: A King’s Tale: Final Fantasy XV – PS4/Xbox One/PC
Di beat ‘em up a scorrimento laterale in 2D ne abbiamo avuti sicuramente di migliori, ma per essere un gioco in regalo come bonus preordine di FFXV tutto sommato non è neanche male. Però cerchiamo di essere sinceri: non è nient’altro più di questo. Non ha nemmeno degli elementi narrativi rilevanti che diano valore al gioco principale, addirittura si ha il dubbio se tutto quello che si vive nel gioco sia effettivamente accaduto o se fosse solo un racconto di Regis per far addormentare Noctis. Si vive tranquillamente senza.
POSIZIONE 55: Final Fantasy Record Keeper – iOS/Android (CHIUSO)
Ho dei cari amici che si sono letteralmente drogati di Record Keeper e, come loro, so di tantissime altre persone che si sono affezionate parecchio. Quindi vi chiedo perdono in anticipo, ma a me questo titolo non ha preso come avrei voluto e come mi sarei aspettato. Bella la pixel art dei capitoli dello SNES, bella la possibilità di rivivere alcune battaglie storiche della serie, ma mi è sempre mancata una vera motivazione per continuare a giocare, che non fosse ovviamente sbloccare contenuti e potenziare i personaggi. Qualcuno potrebbe ribattere dicendo che comunque una storia c’era, ma so benissimo che non ci credete nemmeno voi quando lo dite.
POSIZIONE 54: Final Fantasy Mystic Quest – SNES
Immaginate di essere Squaresoft e di pensare che il pubblico occidentale vada introdotto al genere dei JRPG perché troppo complesso. Lo stesso pubblico occidentale che, nell’era SNES, giocava a RPG del calibro di Ultima, The Elder Scrolls e Might & Magic. Ecco quindi Final Fantasy Mystic Quest, il primo gioco pensato per il pubblico americano al punto da chiamare “Final Fantasy USA Mystic Quest”, con tanto di guida inserita dentro la confezione del gioco. Sia mai che siate troppo stupidi per bloccarvi in un JRPG super lineare, dove utilizzi solo due personaggi, uno dei quali può combattere in automatico, dalla durata ridottissima e di una semplicità fuori dall’ordinario, al punto che poteva essere finito semplicemente spammando il comando attacca. Offensivo e irrispettoso su più livelli. Però aveva un’estetica caruccia, specie quella dei mostri e dei boss.
POSIZIONE 53: Final Fantasy Fables: Chocobo’s Dungeon – Wii (Switch e PS4 con il nome Chocobo’s Mystery Dungeon Every Buddy!)
Partiamo dal presupposto che non sono un grande amante dei dungeon crawler roguelike, men che meno quelli del filone “Mystery Dungeon”. So che soprattutto in Giappone hanno una loro nicchia piuttosto forte, ma a me proprio non piacciono. Non apprezzo per lo più la proceduralità dei dungeon e, più in generale, questa formula basata sul movimento che richiede di muoversi intelligentemente avanti e indietro per attaccare o difendersi dai nemici. Poi questo Final Fantasy Fables: Chocobo’s Dungeon ha in realtà qualche idea carina che adatta tutto il contesto alla formula di FF, tipo il job system, ma per il resto non è un prodotto che parla al sottoscritto.
POSIZIONE 52: Final Fantasy VII: Ever Crisis – iOS/Android/PC
Ricordo ancora bene l’annuncio di Ever Crisis: “un’ulteriore possibilità di remake”. Un progetto che non solo avrebbe dovuto ripercorrere tutto l’originale Final Fantasy VII, ma anche l’intera compilation di spin-off, tra cui Crisis Core, Dirge of Cerberus, Before Crisis, Advent Children e The First Soldier. Fermo restando che, dopo due anni, siamo ancora fermi a FFVII OG, Crisis Core e The First Soldier, il primo grande problema è che il gioco non si è rivelato per quello che tutti ci saremmo aspettati. Sì, sapevamo che la sua natura da Free To Play con elementi gatcha sicuramente avrebbe impattato in qualche modo la struttura del gioco, ma di certo non vedere tutto il progetto di FFVII tagliato e compattato in una serie di missioncine alternate da qualche cutscene, per giunta non doppiate. Potrei stare ore qui a raccontarvi quanto ci sia di sbagliato in Ever Crisis, ma non voglio tediarvi troppo. Qualcosina di interessante esiste pure, ma paradossalmente bisognerà attendere la fine del progetto Remake con la terza e ultima parte, per capire come si incastreranno alcune cose.
POSIZIONE 51: Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII – PS2
Uno shooter in terza persona con protagonista Vincent Valentine, ambientato dopo gli eventi di Advent Children, ma che attraverso dei flashback racconta il suo oscuro passato. Cosa può andare storto? Praticamente tutto. Le fasi shooting sono pessime, con controlli lenti e una mira fastidiosa. I livelli erano lineari e senza particolari guizzi che incentivassero l’esplorazione. La storia era incommentabile, sembrava una fan fiction scritta da un quattordicenne, così come la scrittura dei personaggi: vecchi e soprattutto nuovi. Graficamente però mi piaceva molto e anche la colonna sonora aveva il suo perché, soprattutto il tema principale “Redemption”.
POSIZIONE 50: Dissidia Final Fantasy NT – PS4, PC
Ero partito con le migliori aspettative. D’altronde, chiunque come me abbia giocato e amato la serie Dissidia su PSP non faceva altro che sognare l’arrivo di un capitolo su home console. Purtroppo NT non si è rivelato ciò che tanto avevamo desiderato. Aver incentrato il gioco sul competitivo 3 vs 3, con una campagna single player assolutamente trascurabile ed eliminando completamente la componente RPG, non si è rivelata una scelta saggia. Lo dimostra il fatto che, dopo pochi mesi dal lancio, i server erano già vuoti e trovare avversari era difficile. A mio avviso avevano fatto un buon lavoro con i personaggi DLC per supportare il post-lancio, ma ormai era tardi. Lo dico con una certa amarezza perché, al netto di tutto, ho trovato diversi aspetti positivi in Dissidia Final Fantasy NT. Le battaglie 3 vs 3 mi divertivano e il sistema di combattimento permetteva manovre interessanti. Un peccato che mancasse tutto il resto. Sicuramente una grande occasione sprecata. Sarebbe bello se, in futuro, la serie Dissidia tornasse su home console con un progetto sviluppato con maggiore consapevolezza.
POSIZIONE 49: Final Fantasy Adventure – Game Boy, Switch (attraverso la Collection of Mana), GBA (remake, Sword of Mana), iOS, Android, PS Vita (remake, Adventure of Mana)
Come per Final Fantasy Legend, anche Adventure in realtà non è un vero Final Fantasy, bensì il primo capitolo della serie Seiken Densetzu, meglio conosciuto come Mana, pubblicato in Occidente con un titolo “camuffato” per sfruttare la popolarità del brand. Un action RPG a mio avviso molto competente per l’epoca e la console su cui è nato. Anche la trama non era affatto male, sempre considerando il contesto. Chiaramente oggi è invecchiato maluccio, ma fortunatamente ci sono ben due remake che lo hanno svecchiato.
POSIZIONE 48: Final Fantasy Explorers – Nintendo 3DS
Voglio partire con una premessa importante: a me l’idea di un Final Fantasy in salsa Monster Hunter esalta non poco. Explorers sulla carta riesce a centrare l’obiettivo, ma nel concreto ha fin troppi limiti. Il primo è dovuto alla sua natura portatile, soprattutto a livello di controlli se non si disponeva di un Circle Pad Pro o del New 3DS. Il bestiario secondo me non è particolarmente vario, così come le ambientazioni di gioco, e giocando in solo la ripetitività si fa sentire pesantemente. Ho amato però come hanno contestualizzato il Job System in un gioco del genere, funziona molto bene. Non funziona invece la modalità Trance per invocare alcuni protagonisti della serie, fanservice forzato e non richiesto. Il bello è che una versione più bella, potenziata e interessante era uscita poi su mobile, ma ovviamente solo in Giappone.
POSIZIONE 47: Dissidia Final Fantasy Opera Omnia (Chiuso) – iOS, Android
Dopo le critiche per Record Keeper, mi aspetto arrivino anche quelle per Opera Omnia, perché so benissimo che ci sono un sacco di appassionati che lo hanno adorato. Alcune persone che conosco hanno sempre cercato di dirmi che più avanti il gioco migliorava sensibilmente, ma non sono mai riuscito a trovare il tempo per dargli una seconda possibilità e vedere se la trama prendesse una piega interessante. Diciamo che mi fido, ma per quello che ho giocato io purtroppo non ho potuto fare a meno di abbandonarlo dopo neanche due mesi. Sicuramente apprezzavo come il sistema di Bravery e HP fosse stato adattato al contesto dei combattimenti a turni, ma mi mancava il grip della storia e delle ambientazioni.
POSIZIONE 46: Final Fantasy Dimensions II – iOS, Android
Si sperava che Square Enix avesse imparato a gestire meglio i nomi dei suoi giochi in Occidente, invece quando vuole sa ancora creare parecchia confusione. In Giappone infatti questo capitolo è Final Fantasy Legends 2, seguito del primo Legends (e quindi da noi il primo Dimensions) che però non ha nulla a che vedere con il suo predecessore. Trama, grafica, art style, gameplay, tutto è cambiato rispetto al primo capitolo, tanto da rendere incomprensibile quel 2 nel titolo. Sta di fatto che Dimensions 2 aveva delle buone basi per stare parecchio in alto in questa classifica, non fosse per il fatto che il gioco originariamente era pensato come un free-to-play, mettendo in risalto tutti i limiti della produzione. Zero esplorazione, solo ondate di combattimenti per ogni missione che rompono il ritmo e il flusso della storia, che per quanto semplice risulta straordinariamente efficace e con una bellissima scrittura dei personaggi. Un vero peccato.
POSIZIONE 45: Final Fantasy IV: The After Years – PSP, iOS, Android, PC
I Final Fantasy principali e i loro sequel difficilmente hanno un bel trascorso e The After Years a mio avviso ne è un chiaro esempio. Fermo restando che sono uno dei sostenitori dell’idea che FFIV non avesse assolutamente bisogno di un seguito, va considerato poi che l’intero apparato produttivo necessario per partorire questo sequel è stato disastroso. Distribuito prima a episodi su mobile e WiiWare, è stato poi accorpato in un unico gioco su PSP, includendo un prequel che fa da ponte tra FFIV e questo The After Years (prequel che non esiste nei remake mobile e PC). A causa della sua natura episodica, la narrazione risulta troppo frammentata e solo nel finale tutte le linee narrative trovano un senso, dando finalmente respiro all’operazione. Il gioco inoltre ricicla moltissimo dal suo predecessore, risultando poco originale e tentando di innovare con la meccanica delle fasi lunari, che ho trovato discutibile e poco divertente. Final Fantasy IV meritava di meglio.
POSIZIONE 44: Final Fantasy XV: Pocket Edition – Android, iOS, PC, PS4, Xbox One, Switch
Il concetto di Pocket Edition di per sé non mi dispiace e l’esperimento fatto con FFXV, a dirla tutta, funziona per quello che erano gli intenti. Una storia compattata attraverso un’avventura lineare e scorrevole per godersi agevolmente FFXV in una veste più spensierata. Il mio problema con la Pocket Edition risiede principalmente nell’estetica, che proprio non ho apprezzato, e per l’eccessiva semplificazione delle meccaniche di gioco. Per il resto non mi sento di condannarlo e fa dignitosamente il suo lavoro. Vorrei che altri giochi della serie avessero la loro Pocket Edition.
POSIZIONE 43: War of the Visions: Final Fantasy Brave Exvius – iOS, Android (Chiuso)
Il mio amore per Brave Exvius e la possibilità di veder rinascere un nuovo tattico nel mondo di Final Fantasy avevano creato in me un’aspettativa irrealistica per War of the Visions. La prima ragione è che War of the Visions alla fine non ha nulla a che vedere con Brave Exvius se non per il concetto delle Visions. La seconda, in realtà, aveva tutte le premesse per realizzarsi, e devo dire che per una buona parte ci era pure riuscito. War of the Visions mette in campo una bellissima storia politica in un contesto fantastico, con personaggi, fazioni e situazioni ben definiti e caratterizzati. Ero completamente dentro fino a un certo punto, fino a quando mi sono reso conto che a livello di ambientazioni tutto rimaneva confinato dentro una foresta o un castello e la trama si prendeva tanto, troppo, tempo per riuscire a progredire. A questo aggiungiamo che il quantitativo di tempo da dedicare al farming per potenziare equipaggiamenti e personaggi è a dir poco criminale, forse l’esperienza peggiore che mi sia capitato di provare da un gioco del genere, al punto da costringermi ad abbandonarlo definitivamente.
POSIZIONE 42: Final Fantasy Crystal Chronicles – GameCube, PS4, Switch, Android
Ricordo ancora il giorno: Venezia 2005, per andare a vedere la prima mondiale di Advent Children al Festival del Cinema. Arrivammo con un giorno d’anticipo, quindi usammo quel tempo per girare la città. Avevo da poco acquistato un GameCube e non perdevo occasione di visitare negozi in cerca di titoli da recuperare per quella console e alla fine eccolo lì: Final Fantasy Crystal Chronicles, il ritorno della serie su console Nintendo. Non fu esattamente come me lo aspettavo. Già di per sé il gioco utilizzava uno stile artistico molto differente dai FF a cui ero abituato e anche a livello di gameplay era piuttosto particolare, votato molto più all’azione e con un sistema di crescita del personaggio fuori dall’ordinario. Inoltre, per portare a termine la storia bisogna vivere cicli che si ripetevano un numero spropositato di volte. Eppure le musiche mi piacevano e il gioco, nonostante tutto, mi divertiva. Però nemmeno in multiplayer riuscivo a giocarlo (che è un po’ la sua natura e per cui è stato pensato), per via di quel sistema disastroso che prevedeva un Game Boy Advance collegato con un cavo speciale al GameCube. Fortuna che oggi c’è la remastered, anche se forse avrebbe avuto bisogno di qualche ulteriore svecchiamento e qualità della vita (e magari un’infrastruttura online decente).
POSIZIONE 41: Final Fantasy Crystal Chronicles: The Crystal Bearers – Wii
Su Wii aveva un sacco di limitazioni e oggettivi problemi legati ai controlli, ma l’idea alla base a me piaceva molto. Adoravo il protagonista, Layle, la grafica e l’estetica (un salto notevole rispetto agli altri titoli della serie Crystal Chronicles), ma soprattutto l’idea di giocare con i poteri da telecineta tramite i motion controller, sebbene funzionassero male. Per molti può sembrare assurdo, ma sono convinto (e temo di essere l’unico) che The Crystal Bearers avrebbe bisogno di una seconda occasione, soprattutto ora che c’è Switch 2. Non credo succederà mai, così come non credo che vedremo altri Crystal Chronicles in futuro. The Crystal Bearers rimarrà l’ultimo ricordo di questo filone sperimentale nintendiano.
POSIZIONE 40: ??? – In arrivo settimana prossima