L’anno scorso si è tenuto il 35esimo anniversario dell’amata serie di Final Fantasy, un traguardo invidiabile che l’annovera tra le più longeve della storia del medium videoludico. Nel corso di questi anni, abbiamo sicuramente imparato ad amare i titoli più celebri, soprattutto grazie all’avvento di Final Fantasy VII, che con la compilation e il progetto remake è ormai diventata addirittura una serie nella serie. Non per questo ci siamo ancora stufati di riscoprire i suoi esordi e le sue origini.
I porting dei primi 6 capitoli, infatti, li possiamo trovare distribuiti nelle più disparate console, dalla PS1 alla PSP, passando dalle leggendarie versioni GBA (ad oggi ancora le migliori per via dei contenuti extra), fino ad arrivare alle discutibili versioni PC e mobile. Dico discutibili proprio perchè non hanno avuto vita facile vista l’enorme mole di critiche dovute ai font, i nuovi sprite dei personaggi e così via. Per questo motivo, Square Enix si è decisa una volta per tutte di pensare a una operazione di “remaster” un po’ più spinta e ragionata, lavorando quindi a questa Final Fantasy Pixel Remaster, di cui voglio parlarvi oggi in questa recensione.
Il focus sarà ovviamente sulle versioni console, PS4 e Switch, in particolare quella per quella Sony visto che è quella da me testata. Lo dico soprattutto perchè la Pixel Remaster è già disponibile da tempo su PC e mobile, per quanto la versione console ha avuto un “leggero” trattamento di favore, essendo tanto richiesta e desiderata dai fan per diversi anni a questa parte.
Prima di entrare nel vivo dell’analisi sulle novità di questa versione, facciamo un piccolo e breve excursus sui 6 capitoli che caratterizzano questa Final Fantasy Pixel Remaster.
- Final Fantasy I
Prendi il controllo dei Guerrieri della Luce, parti per un viaggio per sconfiggere quattro demoni e riportare la pace nel mondo.
Tanti degli elementi della serie che abbiamo imparato a conoscere e ad amare fanno il loro debutto proprio qui in questo primissimo ingresso: un mondo enorme pieno di mistero, alcuni design iconici di mostri e quell’incredibile musica.
- Final Fantasy II
Il secondo gioco della serie introduce un nuovo mondo, nuovi personaggi e qualcosa che sarebbe diventato un marchio di fabbrica della serie: innovazione.
La storia si concentra sul conflitto tra l’ostile Impero di Palamecia e la resistenza ribelle. Un piccolo gruppo degli eroi è tutto ciò che si frappone tra il mondo e la rovina.
FFII dimostra la volontà degli sviluppatori di spingersi oltre i propri limiti e provare cose nuove. Per esempio, piuttosto che attenersi al prevedibile, il gioco presenta un sistema di competenza in cui i personaggi migliorano attraverso l’uso di armi e abilità. Inoltre, questo è il capitolo che ha fatto conoscere al mondo i chocobo! Mica poco.
- Final Fantasy III
Quando cala l’oscurità e la terra viene privata della luce, quattro giovani eroi vengono scelti dai cristalli per scongiurare un emozionante viaggio attraverso una terra vasta e ostile.
Questa voce acclamata dalla critica nella serie è stata innovata con un sistema di lavoro flessibile, che consente ai personaggi di cambiare i loro ruoli (i leggendari Job) in qualsiasi momento. Anche molti degli elementi più famosi di Final Fantasy sono nati qui, come ad esempio le evocazioni, tra cui Ifrit e Shiva!
- Final Fantasy IV
La storia segue Cecil, un cavaliere oscuro e capitano dei Red Wings, che decide di combattere contro il tirannico Regno di Baron unendo le forze con Kain il dragone, Rosa la maga bianca, Rydia l’evocatrice e molti altri abili alleati. FFIV ha stabilito lo standard per i giochi di ruolo con il suo variegato cast di personaggi, la trama profonda e l’introduzione del famoso ATB (Active Time Battle), in cui una barra che scandisce il tempo per compiere delle azioni si riempie durante la battaglia, dando ai giocatori un emozionante senso di urgenza.
- Final Fantasy V
FFV presenta la storia di un giovane e del suo Chocobo che incontreranno dei nuovi amici e che cambieranno il loro destino. Quando i cristalli che bilanciano i poteri del mondo sono minacciato, il re di un regno si precipita in soccorso per poi scomparire. Si tratta di un capitolo conosciuto per il suo profondo e personalizzabile del Job System, che consente ai giocatori di selezionare liberamente le classi da far padroneggiare ai propri personaggi. FFV supporta molti stili di gioco diversi ed espande l’iconico sistema ATB, introdotto nel precedente capitolo.
- Final Fantasy VI
Considerato uno dei giochi più amati dell’intera serie, FFVI presenta un robusto cast di personaggi giocabili, ognuno con le proprie storie, obiettivi e destini. I giocatori saranno in grado di personalizza le abilità, gli incantesimi e le evocazioni dei membri del gruppo con un sistema di magicite.
I primi sei giochi di Final Fantasy compresi in questa Pixel Remaster sono stati aggiornati con una bellissima nuova grafica in pixel 2D progettata per essere goduta anche su tv ad alta risoluzione, pur mantenendo la fedeltà estetica alle loro versioni originali apparse su NES e SNES. Il risultato, lasciatemelo dire, è stato raggiunto a pieni voti. Sul fronte grafico tra le altre cose ci sono due cose che mi preme sottolineare in particolar modo: la prima è che per noi occidentali questa occasione rappresenta la prima volta in assoluto in cui possiamo giocare a Final Fantasy III nella sua “veste originale”, visto che la nostra unica esperienza diretta è sempre stata con il suo remake nato su DS e portato poi su PSP, PC e mobile. La seconda cosa è, invece, una piccola chicca presente in Final Fantasy VI, dove la famosa scena di Celes al teatro d’opera è stata completamente realizzata in HD 2D, lo stesso stile grafico che caratterizza opere come Octopath Traveler, Live a Live e Triangle Strategy. Una chicca tanto bella quanto dolente, perchè so che molti di voi (me compreso) sognano ancora un remake completo di tutti i Final Fantasy 2D proprio con quel tipo di grafica, in particolar modo il sesto che ne rappresenta ovviamente l’apice qualitativo.
Visto che abbiamo parlato di grafica ed estetica, una menzione veloce va fatta anche nei confronti dei nuovi menu e delle interfacce che sono state ammodernate per risultare più gradevoli al giorno d’oggi, così come il tanto discusso font dei dialoghi che finalmente hanno trovato un’identità ora apprezzabile. Volendo, è sempre possibile ripristinare il font originale, ma sono abbastanza certo che quello nuovo convincerà tutti.
Mi è spiaciuto, invece, aver perso (rispetto ad altri porting precedenti) i ritratti nei dialoghi e in alcuni menu, ma capisco la scelta fatta in ottica di replicare quanto più possibile l’impatto estetico del passato. Però, ecco, avrei messo anche qui una scelta. E parlando di scelte, ottima quella di dare più freschezza ai fondali, soprattutto nelle battaglie, aggiungendo anche degli effetti e delle transizioni tra esplorazione e combattimento molto azzeccate che rendono l’esperienza ancora più gradevole.
Le magnifiche colonne sonore sono state riarrangiate e supervisionate dal compositore originale Nobuo Uematsu, dandovi la possibilità, sempre e comunque, di poter scegliere quelle originali qualora non apprezzaste.
Un peccato, visto che parliamo di sonoro, l’occasione mancata invece di poter godere di un doppiaggio per questi titoli o quanto meno quelli in cui la narrativa è centrale, come FFIV, V e VI.
Parlando di dialoghi, in generale c’è stata anche una notevole rimaneggiatura delle traduzioni e una maggiore fedeltà soprattutto per le versioni occidentali, specie nel nostro amato italiano. Tra queste troviamo ad esempio il nome delle tecniche di Cyan o dei blitz di Sabin in FFVI.
Infine arriviamo alle caratteristiche che rendono ancora più uniche queste versioni console, visto che al momento non sono previste su quelle per PC e mobile. Si tratta di caratteristiche molto simili a quelle che abbiamo visto nelle remaster passate di capitoli come VII-VIII-IX e XII e che più in generale si rivolgono a un pubblico che vuole rigiocare i capitoli originali alterando l’esperienza per renderla più semplice e fluida o più difficile e sfidante.
Una di queste infatti permette di disattivare gli incontri casuali, utili per chi vuole esplorare in tranquillità senza interruzioni di sorta o per chi magari è in situazione di pericolo e vuole tornare al sicuro in una locanda a riposarsi.
Un’altra ancora è la possibilità di alterare il numero di gil e punti esperienza (e in alcuni capitoli specifici parliamo anche di AP) ottenibili attraverso un moltiplicatore che parte da 0 (quindi annullando i guadagni e rendendo la partita più difficile) fino ad arrivare a 4, riducendo così le fasi di grind e potenziandosi in maniera più rapida per non incappare in scontri complicati o insuperabili. Ricordo che sono tutte opzioni inserite in una voce di menu apposita chiamata “Potenziamento” in cui è esplicitato che l’alterare di questi valori potrebbe impattare sull’esperienza di gioco. Usatele come meglio credete a patto di averne cognizione.
Infine, troviamo le opzioni di corsa automatica che velocizzeranno di non poco le esplorazioni nella world map o nei dungeon e la possibilità di automatizzare i combattimenti, dove per automatizzare si intende la possibilità con un tasto di eseguire le ultime azioni a ripetizione senza doverle inserire ogni volta manualmente. Comodo soprattutto per molti combattimenti casuali o per le fasi di grind e farm.
Tutto questo, alla fine della fiera, basta a rendere la Final Fantasy Pixel Remastered come prodotto consigliato? Si, assolutamente, sia che non abbiate mai giocato questi capitoli che se gli avete già spolverati in passato. Se siete giocatori di Playstation, inoltre, il supporto ai trofei potrebbe farvi gola per storicizzare nel vostro catalogo anche questi titoli.
Rimane un po’ il fastidio sul fatto che forse qualcosina in più si potesse ancora fare. Pur comprendendo la voglia di replicare l’esperienza originale dei titoli passati, i grossi (e in alcuni casi anche importanti) contenuti tagliati dalle versioni GBA si fanno sentire parecchio. Visto e considerato quanto costano i singoli titoli o il pacchetto completo, aver avuto anche quelle espansioni avrebbe aiutato maggiormente a giustificare il prezzo. Detto questo, la FF Pixel Remaster resta ad oggi il modo migliore per recuperare questi classici immortali che hanno fatto la storia.
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