In occasione della tappa italiana del FINAL FANTASY VII REMAKE Orchestra World Tour, che ricordiamo si terrà il 15 e 16 dicembre al Teatro Arcimboldi di Milano (tutte le informazioni e la possibilità di acquistare i biglietti con il 15% di scontro le trovate qui), abbiamo avuto modo di intervistare Arnie Roth, il celebre direttore d’orchestra che dal 2005 porta avanti questo percorso musicale in collaborazione con Square Enix e Nobuo Uematsu.
Per chi non conoscesse nel dettaglio la figura di Arnie Roth, si tratta del vincitore del GRAMMY Award, è noto per aver collaborato con artisti come Il Divo, Diana
Ross, Jewel, Andrea Bocelli, The Irish Tenors, Charlotte Church, Peter Cetera, Mannheim Steamroller e Dennis DeYoung.
Roth ha diretto importanti orchestre in tutto il mondo tra cui la London Symphony Orchestra, la National Symphony, l’Atlanta Symphony, la Los Angeles Philharmonic, la Dallas Symphony, la Houston Symphony, la Czech National Philharmonic Orchestra, la San Francisco Symphony, la San Diego Symphony, la Seattle Symphony, la Vancouver- Symphony, la Detroit Symphony, la Royal Stockholm Philharmonic Orchestra, la Tokyo Philharmonic e la Sydney Symphony.
Come anticipato in precedenza, Roth è noto nel mondo della musica dei videogiochi per il suo lavoro con Nobuo Uematsu e Square Enix come direttore musicale e direttore di “Distant Worlds: music from FINAL FANTASY”, “Dear Friends: music from FINAL FANTASY”, “More Friends: from FINAL FANTASY”, “VOICES: music from FINAL FANTASY”. E’ stato anche il Direttore Musicale e Direttore di “PLAY! A Video Game Symphony”.
E’ stato insignito del Best Score Award ai DVD Premier Awards del 2003 per la colonna sonora del film Barbie Rapunzel ed è stato nominato per un Emmy nel 2007 per la canzone originale “Shine” dal film Barbie™ The Twelve Dancing Princesses .
FFOnline: Distant worlds normalmente ci porta, traccia dopo traccia, attraverso diverse parentesi musicali prese da diversi giochi. Il concerto che stai preparando ora, però, è interamente dedicato a Final Fantasy VII Remake. Come cambia il tuo approccio e, soprattutto, pensi che questa struttura musicale cambierà l’esperienza per chi viene ad ascoltarvi, rispetto a chi magari segue il tour Distant Worlds?
Arnie Roth: La differenza qui sta che ciò che performeremo è essenzialmente l’intera colonna sonora in ordine cronologico. Alcuni pezzi, fra questi, sbloccano qualcosa nel pubblico egualmente ai pezzi di Distant Worlds, ma in questo caso la nostra performance segue cronologicamente lo svolgersi del gioco. Ovviamente, come sapete, questo è solo il primo episodio di Final Fantasy VII Remake, quindi ogni volta che arriverà un nuovo episodio, ci sarà un nuovo evento come questo.
Questo concerto è una bestia molto diversa, certo, ed è sempre piacevole applicare piccoli accorgimenti qui e lì, nelle tracce, magari un po’ evolvendole, ma posso assicurarvi che le tracce che si guadagnano costanti standing ovation sono quelle che più aprono, in chi ascolta, la porta dei ricordi, quelle che insomma più ricordano la prima volta che quelle precise tracce sono state ascoltate.
FFO: Parlando di cambi nell’esperienza che il pubblico ha nell’assistere a questo concerto piuttosto che a un più classico Distant Worlds, cercate in alcun modo di personalizzare l’evento a seconda della location?
AR: Sarà strano a dirsi, ma il pubblico sembra sempre lo stesso, in fondo, un pubblico di appassionati della saga e delle colonne sonore che accompagnano così tanti giocatori da così tanti anni. Certo, esiste un layer di personalizzazione della performance, ma sono considerazioni che facciamo guardando ad esempio se in quella location ci siamo già stati, cosa abbiamo suonato l’ultima volta, quanto tempo abbiamo per suonare, quante prove ci possiamo permetterci prima della sera della performance, che solisti ho la fortuna di avere.
FFO: Cosa vedi nel futuro di Distant Worlds? Qual è il suo futuro?
AR: Il mondo di Final Fantasy e il lavoro di Nobuo sono una fonte infinita di musica. Continuano a uscire nuovi giochi, e questo significa che continua a esserci nuovo materiale, nuove tracce. Parlando dei concerti in sé, ci sono moltissime location nelle quali non siamo ancora arrivati: Sud America, Africa, Sud-Est Asiatico; siamo stati poco in Australia, come in Cina e Nuova Zelanda. Sicuramente continueremo a sottolineare, nelle nostre performance e nella complessità di ciò che portiamo alle orecchie di chi ci ascolta, che questi concerti non sono semplici tour promozionali per i videogiochi, ma veri e propri eventi, occasioni uniche ideate per rendere omaggio allo splendido mondo musicale creato da Uematsu.
FFO: Un’ultima domanda che immaginiamo non essere semplicissima da affrontare: c’è una traccia che ti emoziona particolarmente? E, tornando a parlare brevemente di setting, ci sono location nelle quali ti piacerebbe o in generale ti piace performare Distant Worlds?
AR: Sicuramente è una risposta difficile da dare, ed è quasi impossibile dire con certezza quale fra le tante tracce ha maggior impatto in me e Nobuo. In fondo, sono tutte tracce così diverse, fra quelle per le battaglie, quelle per gli ambienti, eccetera. Ci sono un paio di classici che appartengono a tutti i Distant Worlds, come Aerith’s Theme, Zanarkand and One Winged Angel. Bisogna ringraziare Nobuo, di tutto questo, perché è lui che ha creato la struttura per tutto questo: chiaramente ogni compositore ha il suo stile, ma Nobuo ha creato classici che, con il suo modo di scrivere, vivranno davvero per sempre.
A livello di “posti iconici” nei quali mi piacerebbe suonare, sicuramente ci sono Carnegie Hall, che non è il mio posto preferito ma vorrei provare a portare Distant Worlds lì. In generale i miei posti preferiti sono quelle sale nelle quali non serve amplificare il suono, in cui c’è la possibilità di regolare tutto direttamente sullo stage, come la Royal Albert Hall, la Boston Symphony Hall, la Davies Hall a San Francisco e l’Opera House di Sidney. Devo citare anche il Forum A di Tokyo, per il valore “geografico” che ha: portare Distant Worlds lì sarebbe una perfetta corporazione di ciò che vogliamo regalare al pubblico.
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