Faccio sempre fatica a parlare di Crisis Core perché riaccende in me emozioni sempre contrastanti, con quelle negative che tendenzialmente sovrastano quelle positive. Inoltre, è un titolo molto amato dalla fan base, quindi mi si ritorce sempre contro far notare quanti problemi legati al canone di Final Fantasy VII abbia portato questo capitolo o addirittura sottolineare quanto male siano scritti personaggi come Angeal e Genesis, che inspiegabilmente hanno comunque trovato un posto nel cuore degli appassionati.
Fortuna che c’è Zack che ci mette d’accordo tutti, e soprattutto fortuna che c’è quel toccante finale che ancora oggi emoziona come la prima volta, soprattutto dopo averlo rivissuto in questo Crisis Core Final Fantasy VII Reunion.
Vorrei mettere in chiaro una cosa parlando di questa riedizione del gioco: vista la piega presa dagli eventi del finale di Final Fantasy VII Remake qualcuno temeva/sperava che Reunion avesse alterato qualcosa dell’opera originale per andare incontro agli intenti del progetto Remake. Posso (r)assicurarvi che questo non avviene e Reunion, pur essendo stato ricostruito da zero sul fronte tecnico, resta un prodotto assolutamente fedele dall’inizio alla fine alla sua fonte di origine. Proprio per questo motivo Crisis Core Reunion si può considerare una sorta di via di mezzo tra una remaster e un remake, in quanto il gioco è rimasto praticamente identico 1:1 in quasi tutti gli aspetti che hanno caratterizzato la versione PSP, mentre a fare la differenza sono essenzialmente due aspetti: il comparto tecnico, che è stato completamente rifatto da zero riutilizzando anche degli assets presi dal Remake (tipo i modelli di buona parte dei personaggi e di alcune ambientazioni), e il sistema di combattimento, che è stato rivisitato per risultare più fresco e adattato alle piattaforme di attuale generazione (che ricordo sono PC, Switch, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X|S).
Graficamente Crisis Core Reunion è un bel colpo d’occhio per chi ricorda l’estetica del gioco su PSP ed è incredibile come il lavoro svolto da Square Enix, nonostante gli evidenti limiti, lo rendano visivamente molto vicino a quello visto nel Remake. Certo, la qualità è infinitamente inferiore e questo emerge pesantemente durante i vari filmati di gioco, dove il contrasto tra i modelli dei personaggi e lo sfondo delle ambientazione crea un forte senso di scollamento. Fortunatamente, con il proseguire del gioco, questa cosa si nota molto meno (o comunque l’occhio ci fa l’abitudine), ma è chiaro che il livello produttivo risulti meno curato a quello di un FFVII Remake. Lo si nota già dalle espressioni facciali dei personaggi quando dialogano: il più delle volte sono molto inespressivi, soprattutto nei momenti dove le emozioni dovrebbe essere ben visibili sui volti dei personaggi. Un altro aspetto molto altalenante sono i filmati in CG, che dalla versione PSP avrebbero beneficiato di un minimo di upscaling per essere goduti ad una risoluzione più alta, soprattutto per quanto riguarda le evocazioni.
Quello di cui sono rimasto particolarmente sorpreso e impressionato da Crisis Core è come tutto il gioco a livello estetico sia stato realizzato per risultare in continuità con quanto visto in FFVII Remake. Non parlo solo dei modelli dei personaggi o di alcune ambientazioni di gioco prese di peso dal rifacimento di FFVII, ma mi riferisco soprattutto a menu, interfacce, font, persino al feeling dei controlli. La sensazione di familiarità con il Remake che si prova giocando a Reunion è così forte che quando si visitano luoghi importanti come Junon, Gongaga o Nibelheim si ha la netta impressione di stare assaggiando quello che vedremo in futuro in Final Fantasy VII Rebirth, il secondo capitolo che farà da seguito alle vicende del Remake.
Lasciate che vi parli ora del sistema di combattimento. Se ricordate bene, Crisis Core su PSP era un gioco chiaramente pensato per un’esperienza portatile di quegli anni (2007). Molti giochi erano strutturati per avere comandi semplici e missioni veloci per andare incontro alle esigenze dei giocatori che giocavano su quel tipo di console. Basti pensare che gli attacchi di Zack erano rappresentati da un singolo e banale colpo di spada ripetuto all’infinito. La varietà veniva fornita dalle materie di magia e di attacco da alternare con gli attacchi fisici. In Reunion questa cosa è stata in parte mantenuta, ma di base Zack ha una combo standard (che richiama moltissimo quella di Cloud in FFVII Remake) che rende i colpi molto divertenti e ben coreografati, enfatizzati poi grazie ai bellissimi effetti particellari presi paro paro sempre dal Remake. Inoltre, quando Zack ottiene la Buster Sword (Spada Potens tradotta ignobilmente in italiano) può vantare addirittura la stessa stance (postura) di Cloud che gli permette di eseguire una nuova combo, più lenta, ma estremamente potente, che ha delle caratteristiche completamente uniche e che addirittura possono essere potenziate attraverso il continuo utilizzo. Di base quella stance per me è veramente troppo potente nel gioco e rovina un po’ gli equilibri, ma di sicuro ottiene il risultato per cui è stata introdotta, ovvero dare una sensazione di pura forza alla leggendaria arma di Zack/Cloud.
A tutto questo aggiungo che sono state introdotte alcune migliorie sul fronte del quality of life, che rendono la fruizione di questo prodotto significativamente migliore rispetto a quella originale del 2007. Si parte dall’aggiunta dei filtri per le missioni secondarie, delle mappe più leggibili (specie per l’individuazione di obiettivi opzionali) fino all’ottimizzazione delle funzionalità dell’OMD, ovvero una delle “meccaniche” principali del gioco basate su una sorta di slot machine. Se non avete mai giocato a Crisis Core, sappiate che l’evoluzione della materia e, soprattutto, del progresso di Zack (leggasi Level Up) avviene proprio attraverso un sistema “randomico” su cui il giocatore non ha assolutamente potere. In realtà, nelle fasi avanzate del gioco ci sarà modo di manipolare alcuni elementi dell’OMD per favorire l’apparizione di evocazioni o attacchi speciali mirati, ma di base tutto è dettato dal celebre RNG (Random Number Generator, generatore di numeri casuali) che rappresentano vita e morte degli RPG.
Tra le altre cose, ora sia le evocazioni che gli attacchi speciali non saranno eseguite in automatico dall’OMD, ma potranno essere richiamate nei momenti più opportuni per sfruttarle finalmente nelle occasioni in cui meriteranno di essere usate per massimizzarne l’utilità.
Rigiocare a Crisis Core dopo 15 anni dalla versione PSP, lo devo ammettere, è stato piacevole. Fino a un certo punto pensavo addirittura di platinarlo, salvo poi abbandonare l’idea per alcuni trofei che mi richiederebbero di rigiocare al 100% tutta l’avventura, quindi occhio: se siete platinatori seriali e volete ottimizzare i tempi preparatevi a dovere e, soprattutto, tenete un salvataggio per ogni capitolo del gioco.
L’unico mio problema nel riprendere in mano Crisis Core è stata proprio la sua componente narrativa a cui accennavo a inizio recensione. Non me ne vogliano i fan di Angeal e Genesis, ma proprio non mando giù la loro caratterizzazione e la loro completa inutilità nell’economia generale della storia. Crisis Core funziona sempre e solo quando si attiene al canone degli eventi originali, mentre ogni volta che mette in scena eventi originali o, peggio, osa riscrivere alcuni fatti storici di Final Fantasy VII, la trama crolla su se stessa risultando soltanto fastidiosa e pesante. Quando annunciarono questo Reunion speravo che almeno ci sarebbe stata l’occasione per correggere e sistemare alcune brutture introdotte in passato, ma purtroppo su quel fronte non è stato toccato proprio nulla. Peccato.
Voglio però molto bene a Zack e adoro come si relaziona agli altri personaggi della serie, in particolare Aerith e Cloud, quindi è ovvio che quel finale così drammatico ad oggi funzioni ancora così dannatamente bene. Sarei proprio curioso di mettermi nei panni di chi ha scoperto il mondo di FFVII con il Remake come possa interpretare e vivere quella scena.
Mi sento quindi di promuovere questo Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, perché al netto di quanto e cosa non apprezzi dell’opera originale, questa riedizione a metà tra una remaster e un remake è sicuramente un lavoro da premiare. La ricostruzione tecnica, per quanto mostri dei cedimenti su alcuni aspetti, nel complesso si rivela un bel colpo d’occhio (e con un occhiolino al futuro che vedremo in Rebirth), mentre il combattimento è stato ammodernizzato abbastanza da rendere il titolo sempre divertente da giocare, un po’ meno per chi vuole completarlo al 100% (dannate 300 missioni secondarie).
In attesa di Final Fantasy VII Rebirth, Crisis Core Final Fantasy VII Reunion è un titolo che, alla fine, farà felici tutti , specie chi lo ha adorato al tempo su PSP.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.