Ogni villain che si rispetti ha una buona caratterizzazione alle spalle, una storia che ne contestualizzi l’essenza e le scelte, il viaggio, insomma, che lo ha condotto ad essere quello che è. Non si tratta tanto di una giustificazione quanto di una rappresentazione “realistica” di come vanno le cose, del modo in cui l’esistenza soggettiva di qualcuno possa condurlo a più strade differenti, a quei bivi particolari contribuenti alla gestazione di un’esperienza tutta personale fatta di idee e azioni. Tutto ciò per introdurre un concetto fondamentale, ovvero che il male, mettendo da parte alcuni elementi in cui il seme della follia regna sovrano, non è mai innato, non è mai un qualcosa che si origina con la vita stessa ma piuttosto un seme che germoglia mano a mano, lentamente, a contatto con gli eventi con cui l’individuo entra in contatto nel corso della propria vita. Con Seymour, almeno in base a quello che sappiamo e ai dati ufficiali rilasciati sul suo conto, la situazione non è affatto differente. Si tratta di un personaggio che nel suo essere odioso e fastidioso si trascina dietro una storia affascinante figlia di un contesto narrativo ben elaborato e coerente.
Introducendo i dettagli di questo personaggio, più di moltissimi altri villain, è interessante come il mondo narrativo di appartenenza influisca ed abbia influito sulla sua vita, a dimostrazione del fatto che Spira, come luogo natio, è estremamente crudele con tutti, non soltanto con i protagonisti, ma anche con tutti gli altri suoi abitanti. Nel corso dell’avventura di Final Fantasy X capiterà molto spesso di imbattersi in queste “ingiustizie locali”, a riprova del fatto che la maggior parte del fascino di un videogioco del genere deriva proprio dal contesto in cui vengono inseriti i suoi sviluppi innanzitutto. Il fatto di muoversi in un mondo pulsante fatto di regole e leggi è il fiore all’occhiello di un titolo che si racconta anche attraverso tutto quello che circonda i suoi eventi principali, perfettamente amalgamati con il resto. Basta soltanto guardarsi intorno.
La storia di Seymour
La nascita di Seymour, in un certo qual modo, fu fin dal principio legata a motivazioni secondarie e ad una visione socio-politica ben lungi dalle classiche dinamiche familiari. Suo padre, il sacerdote Jyscal Guado, per appianare le divergenze e le problematiche razziali che attanagliavano il suo popolo con quello degli umani, decise di sposare una donna appartenente a quest’ultimo gruppo, così da basare il suo intero matrimonio sull’idea che avrebbe portato finalmente un equilibrio, forse definitivo, fra i due gruppi. Da ciò nacque Seymour, un bambino che ibridava dentro di sé non sé non soltanto le caratteristiche fisiche di umani e guado, ma anche una sorta di eredità visionaria paterna con un suo peso.
L’unione fra i due però condusse al risultato opposto, con un incremento dei dissensi generale e un odio totalmente immotivato nei confronti del piccolo, addirittura considerato alla stregua di un abominio dagli esseri umani. Sicuramente un’accoglienza alla vita del genere giocò un ruolo determinante nella visione verso il prossimo che Seymour cominciò a costruirsi, impattando enormemente sulla sua percezione sociale ed emotiva. In risposta alle reazioni verso sua moglie e suo figlio Jyscal si ritrovò costretto, per il loro bene, ad esiliarli sull’isola di Baaj, luogo in cui fu in grado di proteggerli dall’astio di un mondo crudele e bigotto fino al midollo.
Da questa ennesima scelta ne sfociò un altro lato del carattere del bambino, cominciò a legarsi morbosamente alla madre, forse vedendo in lei l’unico essere vivente in grado di amarlo e proteggerlo. Questo legame, però, giunse a un suo culmine quando lei, malata terminale, decise di sacrificarsi per lui, divenendo intercessore grazie all’apporto di Yunalesca, per l’eone Anima. Il sacrificio finale rappresentava per la madre il gesto definitivo, nella speranza che con questo nuovo ed incredibile potere il figlio riuscisse a farsi accettare dal popolo di Spira.
Seymour però non voleva perdere la madre, mettendo questo grande amore verso di lei prima di tutto il resto, anche prima dell’accettazione da parte della gente. Questa perdita contribuì ad alimentare ancora di più la profonda sofferenza che si trascinava dietro, in un baratro che attendeva soltanto alcuni particolari ragionamenti per essere colmato. Il grande potere che ottenne in quel frangente fu il carburante maggiore della sua perdizione.
Successivamente, nel corso del Bonacciale di Braska, raggiunta la maggiore età il suo esilio venne annullato, con la possibilità di tornare a far parte del mondo. Nuovamente a Guadosalam divenne il nuovo sacerdote del tempio di Macalania, facendo strada nei 7 anni successivi, al punto di essere progressivamente ammirato ed accettato da tutti quanti. Contemporaneamente a tutto ciò decise di far spostare il corpo della madre, ormai statua, da Zanarkand all’isola di Baaj, per andare da lei quando avesse avuto modo. In questo stesso periodo Seymour cominciò ad ideare il proprio piano di “purificazione” per Spira, piano che prevedeva innanzitutto la morte del padre. Dopo avergli tolto la vita con le sue stesse mani venne insignito del titolo di Gran Maestro di Yevon.
Adesso aveva fra le mani tutto il potere, anche politico, necessario per attuare la sua visione, la sua missione di liberazione del popolo di Spira da qualsivoglia sofferenza. Sarebbe diventato egli stesso il nuovo Sin, e sotto queste nuove spoglie avrebbe messo fine alla vita di ogni singolo essere vivente.
Un villain pressante e odioso a pelle
Nel corso della trama del titolo ora targato Square Enix Seymour sarà una costante, e proprio questo suo impegno nell’ostacolare il nostro viaggio potrebbe averlo identificato, nel tempo, come il villain principale del titolo, anche perché guardando alla trama anche il boss finale è vittima di un sistema corrotto e marcio fino al midollo. Quindi si, potremmo tranquillamente affermare che si tratta della nemesi principale con cui il nostro gruppo di eroi dovrà fare i conti di volta in volta, nel corso degli eventi che li condurranno a scoprire i più oscuri segreti all’ombra di Spira. Un evento, più di tutti gli altri, avvicinerà questo villain alla nostra stessa storia. Non tanto la sua fama, quanto il suo stretto interesse nei confronti di Yuna.
Il suo legame con la giovane, infatti, merita un minimo di riflessione, anche perché sino alla fine non si comprende veramente se quello di Seymour sia un interesse semplicemente storico, razionale e manipolativo verso di lei, oppure sincera attrazione sentimentale. Fatto sta che dal momento in cui scopre le sue origini familiari, la sua discendenza paterna da Braska, comincia a vederla come un tassello fondamentale perfettamente allineato alla sua visione e piano. La verità intorno a quello in cui crede, infatti, viene continuamente traslata dalla leggenda al cui centro troviamo Zaon e Yunalesca, utilizzata da Seymour stesso come metro di paragone e traguardo cui la coppia deve ispirarsi ed aspirare. Anche qui non è chiaro se lui creda veramente all’idea che il suo legame con Yuna sia identico a quello della leggenda, oppure se la leggenda stessa sia uno strumento attraverso cui attrarre a sé la giovane. Sarà proprio questo legame, comunque, a segnare la sua condanna definitiva.
Ultime considerazioni
Con Seymour ci troviamo senza dubbio davanti a un antagonista complesso e determinato. Si potrebbe quasi dire che la determinazione nel portare a compimento la sua filosofia è la caratteristica preponderante del suo “essere” nella narrazione. Nel corso della trama del decimo capitolo ci si imbatterà in lui un’infinità di volte, segnando anche le caratteristiche di alcuni degli scontri più iconici del pellegrinaggio verso Zanarkand. La sua è una di quelle voci che aleggia in tutta Spira, in ogni suo anfratto spento ed oscuro, freddo, allineandosi perfettamente con un’identità storica e religiosa deleteria e corrotta, a sorreggere quel cumulo di menzogne che è il credo di Yevon.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.